Capitolo 112
Rimango lì per ben dieci minuti in perfetto comfort, lasciando che la mia mente vada dove vuole, passandomi le dita tra i capelli e desiderando una spazzola adeguata invece dei miseri pettinini che l'Accademia fornisce ai suoi ragazzi, che a quanto pare non hanno realmente bisogno di cure per i capelli.
Mi chiedo passivamente se ci sia un modo per requisire una spazzola adatta quando all'improvviso suona il campanello del montacarichi. Impaziente, un po' eccitato, salto su e mi precipito verso di essa, felice quando apro la porta e trovo un piccolo pranzo impiattato ad aspettarmi: solo un panino e un bicchiere di succo di mela, ma comunque.
Voglio dire, non è una barretta energetica, giusto?
Sussurro un ringraziamento al montacarichi, cosa che mi rendo conto essere stupida mentre lo faccio, chiudendo la porta con la spalla mentre porto il mio cibo nel mio angolo. Lì, mi infilo a letto con esso, affondando le mani nel mio panino mentre contemporaneamente apro il mio libro di chimica, ricominciando da dove avevo lasciato stamattina.
Il materiale mi affascina, grazie al cielo. Voglio dire, ho già studiato chimica, ma mentre mi faccio strada attraverso i capitoli assegnati mi rendo conto che questo testo è stato specificamente progettato per il tipo di studio chimico di cui un assassino potrebbe aver bisogno. Mi acciglio per un momento, ma alla fine non sono sorpreso quando giro la pagina all'inizio del libro, cercando il nome dell'autore.