Capitolo 12
"Oh Dio", gemo, affondando il viso tra le mani, mentre il mio sogno di diventare un cadetto dell'Accademia mi scivola improvvisamente tra le dita.
"Non preoccuparti, Ari," mormora Jesse, avvolgendomi un braccio intorno alle spalle e stringendomi virilmente. "Ti alleneremo bene. Hai avuto solo una brutta giornata, e non hanno misurato nessuna delle cose in cui sei veramente bravo."
"Ha ragione," dice Rafe, e io alzo la testa per vedere mio fratello che mi guarda seriamente. Sbatto un po' le palpebre, l'emozione cresce dentro di me perché Rafe assomiglia così tanto a papà quando mi guarda in quel modo, con un misto di severa aspettativa e amore negli occhi. "Faremo salire il tuo numero in fretta, Ari, hai solo bisogno... di un po' più di allenamento."
"Non che voi due dobbiate preoccuparvi," sospiro, appoggiandomi a Jesse per un secondo prima di guardare di nuovo la lavagna. "Voi due siete..." e poi sbuffo un po' di gelosia perché i vostri numeri sono uno e quattro. "Davvero, ragazzi!?" dico, facendo loro il broncio. "Dovevate farmi una figuraccia così?"
"Qualcuno doveva pur difendere il nome Sinclair," mormora Rafe, sorridendo un po' mentre finisce il piatto, infilandosi il cibo in bocca. "Davvero, Ari, mangia," dice, indicando il mio piatto con la forchetta. "Hai bisogno di energia oggi!"