Capitolo 13
Ma no. Rafe mi ha afferrato il braccio e mi ha trascinato verso l'ultimo compito della giornata: una corsa di cinque miglia che mi ha lasciato senza fiato perché Jesse e Rafe si sono rifiutati di lasciarmi arrivare ultimo di nuovo e mi hanno fatto tenere loro il passo per tutto il tempo. Onestamente, pensavo di essere un bravo corridore - di solito sono piuttosto veloce - ma la mia stanchezza, unita alla mia mancanza di sonno, unita alla mia consapevolezza che Jesse e Rafe sono stati davvero indulgenti con me in tutti questi anni?
Diciamo che quando mi trascinano di nuovo in caserma, ognuno con una mano sotto il braccio per aiutarmi a tenermi su, non lo fanno per fare scena.
"Odio questa roba," borbotto, lanciando loro un'occhiata truce. "Odio le cose da ragazzi."
"Sì, beh," sussurra Jesse, le sue parole appena udibili dalla sua bocca che sorride stupidamente, "sei tu quello che voleva essere un ragazzo."
Rafe mi lancia un'occhiata minacciosa, attirando il mio sguardo su di sé. "Cosa?" chiedo, accigliata. "Ci ho provato!"