Capitolo 100
La luce del mattino filtrava attraverso le finestre dell'aula, in netto contrasto con i pensieri cupi che turbinavano nella mia mente. Nonostante i miei sforzi per concentrarmi, i miei occhi si fecero vitrei, fissando senza espressione il libro di testo di fronte a me. La voce del signor Thompson continuava a ronzare, un ronzio lontano che si sentiva appena. Il mio cuore stava ancora battendo forte per gli incubi e ogni ombra sembrava trasformarsi in un lupo mannaro in attesa di balzare.
"Ella, stai prestando attenzione?" La voce tagliente del signor Thompson squarciò la mia foschia, riportandomi al presente. Sbattei le palpebre, rendendomi conto che l'intera classe mi stava fissando. Le mie guance bruciavano per l'imbarazzo.
"Ehm, sì, signor Thompson. Mi dispiace", borbottai, cercando di evitare gli sguardi curiosi dei miei compagni di classe. Potevo sentire i loro occhi che mi trafiggevano con curiosità.