Capitolo 113
"Non hai ancora imparato la lezione, amico?" Il re ribolliva sottovoce mentre mi guardava. "INGINOCCHIATI DAVANTI AL TUO RE!" La sua voce echeggiava tra la folla e mi scosse fino al midollo, ma non mi tirai indietro. In effetti, trovai la forza di rimproverarlo. Ancora una volta, prima che potessi smettere di parlare, sbottai proprio la cosa che lo avrebbe fatto cadere nel baratro.
"Non sei un re!" La mia voce era dura e determinata, ma si poteva sentire la paura che conteneva mentre stringevo i pugni e finalmente mi rizzavo in tutta la mia altezza. "Un re non sta a guardare mentre i suoi sudditi vengono abusati." Ormai l'intero branco era piombato in un silenzio mortale. "Un re non sta a guardare mentre amici, fratelli e genitori vengono strappati alle loro famiglie contro la loro volontà per servire le tue regole narcisistiche." Ero furioso, sapevo che stavo esagerando, ma non riuscivo a trattenermi dal scaricare tutto quello che avevo accumulato negli ultimi cinque anni e ancora di più negli ultimi mesi. "Un giorno, presto, il tuo mondo cadrà e inizierà un mondo libero. Un mondo che tu e ogni singolo sadico bastardo che ti seguirà non vivrete abbastanza per vedere."
A quel punto il re stava visibilmente tremando. Ruggì mentre i suoi vestiti cominciavano a strapparsi e il suo lupo emerse. La folla ansimò e si spensero i lampi, mentre il suo lupo nero si fermò di fronte a me. Scoprì i denti e un ringhio gli uscì dal petto mentre si avvicinava a me. Questa volta non mi sarei tirato indietro. Costringevo il mio corpo terrorizzato a restare in piedi, proprio di fronte alla bestia. Non mi muovevo, non mi rannicchiavo e, cosa più importante, non mi inginocchiavo.