Capitolo 19
Spalancai gli occhi all'istante e gli allontanai le braccia mentre saltavo via da lui. "Che cazzo." Sentii una scossa enorme attraversare tutto il mio corpo e non mi piacque. "Non toccarmi mai più... Vostra Grazia."
Non commentò, sorrise solo compiaciuto mentre mi guardava. "Sei mia, posso fare tutto ciò che mi pare, fintanto che non ti marchio."
"No, non puoi! Non sono uno stupido oggetto che possiedi." Si avvicinò lentamente alla mia forma mentre io stavo tremando, feci qualche passo indietro ma mi fermai quando colpii il muro.
"Ma lo sei!" Rispose in modo inquietante, la sua mano leggermente avvolta attorno alla mia nuca mentre mi tirava verso il suo corpo, riuscì a muovermi come se fossi una bambola di pezza, e proprio in quel momento ero spaventata a morte, non che lo mostrassi. Spostò la sua mano dal mio collo alla mia spalla e mi tenne ferma, poi portò di nuovo le sue labbra sul mio collo e baciò lo stesso punto.
"Sei di mia proprietà." Mi diede un altro bacio dall'altro lato del collo. "Il mio oggetto d'affetto." Una delle sue mani si mosse lentamente lungo il mio braccio accarezzandolo stranamente, poi serpeggiò su e giù per il mio fianco prima di scivolare sotto la mia maglietta. "Il mio giocattolo personale." Cercai di respingerlo, ma lui era pronto. La sua mano afferrò bruscamente il mio seno e lo strinse forte facendomi aggrottare la fronte. Poi spostò le sue labbra sul mio orecchio mentre sussurrava. "Posso fare tutto ciò che desidero con te, e tu essendo un essere umano debole non puoi fermarmi."