Capitolo 17
"Mio padre si rivolterebbe nella tomba se potesse vedere il mondo che tu e la tua famiglia avete costruito." Dovevo aver desiderato di morire, perché ogni volta che parlavo sentivo la rabbia del re irradiarsi da lui.
"Pensi che perché sei la mia compagna e regina sei esente da punizioni! Il tuo stupido padre era un criminale di guerra e ha avuto ciò che si meritava. Se continui con questo atteggiamento finirai peggio." Mi sputò addosso con il pugno chiuso e il corpo teso, in effetti pensai che si fosse anche mosso ma riuscì a controllarsi. "Sei mia! Dal momento in cui ti ho vista nel corridoio fino a quando la morte non ci separi. Tu appartieni a me!"
"Non appartengo a nessuno. Se mio padre fosse vivo non ti avrebbe mai lasciato prendermi!" L'atmosfera stava diventando quasi insopportabile. Il re, tuttavia, aveva una risposta per tutto.
"È morto! E tua madre non aveva problemi a farmi prendere da me. Sapeva che eri mia. Ora un'altra parola di questo e avrai rimpianti per settimane, mi hai capito?" Lo fulminai con lo sguardo e sospirai. So quando sono stata sconfitta. Così voltai la testa verso la finestra e mi persi nei miei pensieri. Erano successe così tante cose che non riuscivo a comprendere così in fretta.
Osservai in silenzio il mondo esterno sfrecciare via prima di vedere un cancello gigante apparire. La limousine passò con facilità e alla fine il re parlò ancora una volta.