Capitolo 156
" Per favore", mormora Alvez, indicando di tutti i posti possibili, la sua scrivania. Mentre esito, sprofonda nella sua sedia a rotelle, che si sposta indietro di qualche centimetro. Vedendo la mia confusione, il suo sorriso si allarga. "Purtroppo ho pochi posti a sedere in questa piccola stanza: castelli, corridoi così ampi e spaziosi, spazi di lavoro così... minuscoli".
Alzo le sopracciglia mentre lui fa di nuovo un gesto verso la scrivania e mi rendo conto che vuole che io mi sieda lì. Ma sospiro di nuovo dentro di me, facendo come dice e sollevandomi sulla scrivania in modo che le mie gambe penzolino. Le incrocio alle caviglie, sporgendomi in avanti con le mani premute sul bordo della scrivania, osservandolo con cautela.
C'è così tanto piacere sul volto di Alvez, nel modo in cui lascia che i suoi occhi mi scorrano addosso. È che gli piace vedermi turbata? O è semplicemente... il suo modo di essere?