Capitolo 65
"Trecentouno... trecentodue... trecentotre... trecentoquattro..."
Ho fatto scivolare le mie dita come gambe lungo il pannello di legno mentre sedevo rannicchiata sul sedile dell'angolo del davanzale. Nella mia testa, contavo i passi che facevo finché la mia mano non riusciva più ad arrivare... poi ripetevo. Quanti passi potevo contare fino a quando non avessi compiuto diciotto anni?
Tutto sembrava fondersi insieme, quasi come se due linee temporali fossero ormai indistinguibili. Saranno passati almeno un mese o due da quando mi hanno trascinato qui dentro a calci e urla. Ho cercato di scappare non appena ho visto dove mi stavano portando, una reazione che ha sorpreso persino me stesso. Ma questo posto mi ha lasciato ricordi peggiori persino del campo di prova in cui ero morto.