Capitolo 28
Mi sono pentito di quelle parole non appena le ho pronunciate.
La mia mente continuava a cercare di giustificare le sue azioni, giustificare il modo in cui mi aveva trattato. In realtà, era probabilmente colpa mia, perché pensavo che fossimo più vicini di quanto lui non si sentisse. Mi ero resa conto troppo tardi di aver costruito una sorta di dipendenza da lui senza nemmeno saperlo.
Era una sensazione agrodolce avere qualcosa che desideravo così tanto vicino, solo per vedermelo portare via senza che me ne fossi mai accorta. E la cosa peggiore era che per tutto il tempo che ero tornata, mi ero detta di non avvicinarmi più a nessuno... e invece eccomi qui, a piangere per uno stupido adolescente, tra tutte le persone.
Era stato autoindulgente da parte mia, date le circostanze. Non sapevo perché sentissi di meritare di sentirmi convalidata da lui. Pensavo che, se fossimo diventati amici, allora quello che gli avevo fatto nella mia vita passata sarebbe stato perdonato? Portavo ancora con me quel fardello, uno che mi gravava ancora sulle spalle. Era qualcosa che avevo completamente seppellito dentro di me, che mi ero costretta a dimenticare, solo per vederlo riaffiorare di nuovo una volta scoperto chi era veramente Cai.
Sono rimasta in classe per almeno un'altra mezz'ora. Era stupido ma, anche se sapevo che Cai se ne sarebbe andato per davvero, non riuscivo a muovermi per paura di vederlo mentre cercavo di tornare a casa.