Capitolo 32 Ciao papà.
" Ciao, papà." Dico, uscendo dalla stanza, con il telefono attaccato all'orecchio, "Puoi aspettare un secondo, sono in cucina..."
"È successo qualcosa?" chiede preoccupato. È incredibile come conosca il timbro della mia voce, come riesca a riconoscere le mie emozioni dal modo in cui pronuncio le parole. Mi scalda il cuore sapere di essere amato in questo modo.
"Voglio solo parlare..." dico, passando davanti al gruppo che probabilmente stava parlando di me. Li guardo e loro sussultano, rendendosi conto di aver parlato troppo forte... ma sbuffano e camminano verso
L'ufficio di Julian, che so essere ancora vuoto, è l'unico posto in cui posso parlare apertamente con mio padre in questo momento. Mi siedo sul divano, faccio un respiro profondo e dico: "Ok... sono nell'ufficio di Julian".
"C'è Julian?" chiede mio padre quasi disinteressatamente.