Capitolo 138 - JULIAN ADAMS (POV)
Il telefono vibra nella tasca dei pantaloni, ma non accenno a prenderlo perché so esattamente perché mi chiamano così spesso: ho una riunione tra qualche ora e dovrei esaminare tutte le scartoffie invece di stare fermo davanti a questa gioielleria alla ricerca del diamante più bello che riesco a trovare.
mi passo una mano tra i capelli, scompigliandoli un po', ma non mi importa: il tempo stringe e non ho idea di come farò. Le mie dita affondano nelle ciocche bionde e chiudo gli occhi con forza, con la faccia preoccupata di Angel che mi appare nella mente ogni volta che li chiudo, portando con sé quel dannato freddo allo stomaco ancora e ancora.
Quasi non ho impedito ad Angelee di dire. Ho quasi lasciato che quelle parole scivolassero via dalla sua lingua morbida che mi avrebbe invitato a un bacio più tardi... Ma dovevo farlo perché, dal momento in cui me lo dice, non possiamo tornare indietro.
Lo sapevo da quando ho oltrepassato quel limite con lei... Quando ho assaporato il suo bacio, l'ho tenuta tra le mie braccia e l'ho ascoltata gemere il mio nome... Sapevo che non c'era più modo di tornare indietro... Avrei continuato a desiderarla ancora e ancora , come un tossicodipendente.
Proprio così, Angelee mi ha fatto impazzire la testa. Mi ha stordito il cuore.