Capitolo 98 Il mio 19° compleanno
Madrid, Spagna - Quattro anni prima.
Come ogni altra volta, il giorno è spuntato grigio e depresso. Se non fosse stato per la decisione di mio padre di portarmi in viaggio d'affari, sarei stata nella mia stanza sotto le coperte calde. Non voleva lasciarmi sola, e non potevo rimandare o negare... Ecco perché sono qui, a guardare fuori dalla finestra di questo lussuoso attico, con gli occhi fissi su questo splendido tramonto.
"Angelee." Sento la voce di mio padre e distolgo lo sguardo dall'orizzonte che fisso da non so quanto tempo, posando lo sguardo su di lui. "Oggi è il tuo compleanno. Hai davvero intenzione di passare la giornata in hotel?" Apro le labbra per rispondergli, ma lui è più veloce ad aggiungere, "No, non è vero. Mettiti qualcosa di carino... Andiamo nel miglior club della città."
Non sono emozionata, per niente. Non riesco a sorridere a mio padre o a mostrare alcun segno di piacere; annuisco e basta, allontanandomi dalla finestra con passi strascicati. I suoi occhi preoccupati sono puntati su di me, e vorrei davvero poter alleviare le sue preoccupazioni, dimostrare di essere forte, o almeno fingere di stare bene, ma non ci riesco - non ci riesco proprio, non oggi.
Ciò che posso fare è obbedirgli come un guscio vuoto, una bambola tra le sue mani.