Capitolo 132 - Ciclo infinito.
Ricordo ancora quando mia madre mi disse esattamente le stesse parole.
La mamma ha detto che ho il cancro con un sorriso sereno sulle labbra e un'espressione calma che non si adattava per niente alla gravità della sua malattia. I suoi occhi luminosi non mostravano tristezza, a differenza dei miei, che erano offuscati dalle lacrime che ho pianto per entrambi.
Ero spaventata, ma credevo che la chemioterapia e le cure avrebbero potuto salvare la mamma, ma lei diventava sempre più debole. I suoi capelli cadevano alla minima carezza che le facevo, e le visite in ospedale diventavano più frequenti, così come la sua degenza. Lunghe notti e giorni in quella stanza bianca, mesi ad affrontare un dolore assurdo, ma sempre con un sorriso sul viso: questa era Elisa, mia madre, la mia luce. Così ho iniziato a fumare sigarette, cercando la nicotina per calmarmi. I miei nervi erano sempre al limite, e litigavo facilmente, litigavo e allontanavo tutti a causa del mio comportamento distruttivo... perché non ero in grado di affrontare il dolore dentro di me, con la malattia di mia madre che mi corrompeva. Mi sono ritrovata sola, arrabbiata, spaventata e senza futuro a causa di quelle tre parole. "Ho il cancro".