Capitolo 43 Una sveltina
La mattina dopo, Mia si svegliò sentendo tutto il suo corpo dolere deliziosamente. Il suo corpo stanco resisteva ad alzarsi, ma sapendo che sarebbe stata in ritardo, si mosse e poi si ritrovò intrappolata in un paio di braccia muscolose.
Tutti i ricordi della loro notte calda riaffiorarono, facendo sì che Mia desiderasse nascondere il viso tra le mani, ma le sue mani erano anche intrappolate sotto quella bestia enorme che l'aveva divorata per tutta la notte.
Era lo stesso uomo che era stato colpito alla spalla destra e aveva la febbre alta? Mia non ci avrebbe mai creduto se non avesse visto la sua ferita e non gli avesse misurato la temperatura, perché l'energia e la forza che aveva mostrato la sera prima erano impossibili anche per un uomo in perfetta salute.
I suoi occhi si alzarono verso il viso meraviglioso di questo bellissimo diavolo. Sembrava così calmo e spensierato mentre dormiva, tenendola tra le braccia possessivamente. Si prese un momento per ammirare i suoi lineamenti e, nonostante fosse invecchiato in modo maturo, non era cambiato. Era diventato ancora più bello e irresistibilmente affascinante nel corso degli anni. Il suo viso divenne cremisi quando si rese conto di essere nuda sotto le lenzuola, il suo corpo premuto contro quello nudo di Alessandro. Andò nel panico nel sentirlo ancora dentro di lei. Il contatto le fece desiderare di rimanere tra le sue braccia per sempre, ma sapeva che era temporaneo e doveva andare.
Con questo pensiero angosciante, cominciò ad allontanarsi.