Capitolo 9
Tirò fuori una trapunta da un piccolo baule nella stanza e la mise sul mio corpo nudo. Un'ultima occhiata nella mia direzione e uscì dalla porta chiudendola dietro di sé.
Le voci riempirono la cabina per diversi minuti, poi sentii un motore avviarsi e sembrava che il furgone si stesse allontanando. Ascoltai; respiravo a malapena aspettando quello che ero sicuro sarebbe successo. Il tonfo sordo degli stivali sul pavimento tornò alla porta e si fermò. Quando la porta si aprì, il gigante riapparve all'ingresso muovendosi per sedersi pesantemente sul letto.
Con una lama arrugginita mi tagliò il bavaglio sporco sulla guancia e me lo tirò via. Si fermò dietro di me. Infilò la mano sotto la coperta e giocherellò con i miei polsi legati per diversi minuti. Il suo respiro era roco e si era intagliato in diverse tacche mentre era dietro di me. Con un tintinnio metallico le manette si separarono in due pezzi e lui grugnì in segno di apprezzamento. Le legature ai miei piedi ricevettero la stessa attenzione.
Stringendomi forte la coperta, fissai il gigante chiedendomi quando sarebbe iniziato il vero orrore.
Rapidamente si chinò e mi prese in braccio, portandomi fuori dalla cabina. Non me l'aspettavo. Camminammo per circa 25 metri prima che mi facesse sedere di fronte a un'antica latrina. Tenendomi una mano sul braccio, allungò la mano dentro e spolverò le ragnatele dalla porta, poi mi spinse dentro bruscamente.