Capitolo 144
"Come stai!" gli urlò Ashley. Jemes balzò in piedi, tenendo e girando il suo ebreo per vedere se era rotto. Ashley stava ancora venendo da lui con così tanto veleno nella voce e nello stomaco che non l'aveva vista da anni. "Penso che tu sia morto per tre giorni, io sono lì in piedi a piangere per altri due o tre, e poi la prima volta che ti vedo vivo mi dai il controllo di tutta la dannata congrega?"
Quando Ashley arrivò da lui, Jemes era pronto per la raffica di colpi che ceme et velocità disumana. Si chinò come un pugile e schivò o bloccò abilmente ogni colpo. Per lui, Ashley si stava muovendo lentamente e Jemes gli diede un altro colpo di potenza al suo nuovo stete. Quando trovò un'apertura, le afferrò i polsi, bloccandoli dietro la schiena. La tirò stretta e la guardò nei suoi profondi occhi verdi.
Poi la baciò forte sulla bocca. "Mi sei mancata ed ero preoccupato anche per te", disse dolcemente. "Grazie per avermi riportato indietro".
Ashley lo guardò torva. Voleva essere arrabbiata. Voleva avere il suo piccolo attacco isterico. Ma la preoccupazione e le scuse nei suoi occhi e lei si ruppe. Rilassandosi, appoggiò la testa sulla sua spalla e pianse. "Pensavo di averti perso", si lamentò. "Pensavo che fossi andato via per sempre e che avessi fallito nel riportarti indietro".
"Se ci sarà una prossima volta, rimani con il corpo, eh?" James ridacchiò, allentando la presa sui suoi polsi per tenerla stretta e accarezzarle i capelli.