Capitolo 128 E questo non lo perdono
Il giorno di lasciare l'ospedale era finalmente arrivato ed Emilia non poteva essere più felice. Osvaldo era più affettuoso che mai, attento e insisteva nel dimostrarle quanto l'amava. A volte si sentiva addirittura un po' soffocata.
"Ancora non riesci a portare molto peso. Le tue dita..." disse Osvaldo trattenendo il fiato. Ogni volta che si ricordava che le sue dita, tutte, erano state rotte, avrebbe voluto rompersi ognuna delle sue. Ma se lo avesse fatto, come avrebbe potuto prendersi cura di lei?
"È solo un cucchiaio. E poi se non faccio nessun movimento..." insisteva, ma il marito scuoteva la testa.
"Farai tutti i movimenti della fisioterapia. Finché il medico non ti dirà che sei al cento per cento, non pensarci nemmeno."
"I bambini troveranno tutto questo molto strano," disse, e si morse l'interno della guancia della bocca, un'abitudine che aveva acquisito durante la tortura.