Capitolo 250
"Grazie", mormoro piano mentre mi libero da lui.
Quel breve contatto mi lascia un po' a disagio perché il mio corpo ricorda il conforto familiare ma detesta i ricordi indesiderati che turbinano nella mia mente.
Senza degnarlo di uno sguardo, mi voltai e tornai al mio ufficio... più come se fossi fuggita nel mio ufficio con il cuore in gola. I miei tacchi ticchettavano rapidamente contro il pavimento lucido, facendo eco al mio battito accelerato.
Avrei voluto darmi un pugno in faccia.
Porca miseria, sono passati anni!