Capitolo 12
Avrei amato il modo ruvido in cui le sue labbra impastavano le mie, e lo avrei baciato a mia volta con altrettanta passione se si fosse trattato di qualcun altro. Ma non si trattava di uno sconosciuto o di un mio amante. Era Mark.
Ho lottato tra l'attirarlo verso di me e l'allontanarlo. Volevo mordergli la lingua o le labbra come avevo fatto la prima volta, ma non ci sono riuscita. Questa sensazione era confusa. Volevo che si fermasse e andasse lontano da me, ma, follemente, avevo paura che si fermasse davvero. Era pazzesco.
Ma continuavo a lottare e, mentre lo facevo, i miei occhi si chiusero. Cercai di parlare anche con le sue labbra sulle mie. La sua lingua, in qualche modo, si fece strada nella mia bocca. Il suo corpo premette sul mio e riuscii a sentire debolmente il rigonfiamento dei suoi pantaloni contro le mie cosce.
La mia lotta raddoppiava e un urlo mi risuonava nel petto.
Il mio urlo mi morì in gola perché all'improvviso le sue mani erano lontane da me e non sentivo più il calore del suo corpo.