Capitolo 18
"Ti ho preso." mormorò una voce familiare, sollevandomi da terra.
Mi sentivo senza peso tra le braccia di Carson. La mia mente nuotava intorpidita, lottando per formare qualsiasi tipo di pensiero coerente. Tutto quello che sapevo era che c'era qualcosa di disperatamente sbagliato in me. I miei arti si rifiutavano di rispondere, e se lo facevano, era incredibilmente in ritardo.
Carson mi portò da qualche parte. Le immagini e i suoni che avevo sperimentato più volte ora mi erano completamente estranei.
Fui gettato su qualcosa di morbido. La mia mente non riusciva a comprendere cosa fosse. Le mie dita si contorcevano lentamente nel morbido materiale, avvolgendosi e srotolandosi.
"Non se n'è nemmeno accorta." La voce di Carson risuonò, ma non riuscivo a capire cosa stesse dicendo. Riuscivo a sentire chiaramente le parole, ma non riuscivo a capirne il significato.