Capitolo 375
Nina
"Siamo a casa", disse Enzo, guardandosi prima le mani e poi il cielo con un'espressione perplessa sul volto.
Mi guardai intorno con la stessa confusione nella foresta che ci circondava. Era buio fuori e la luna calante ci dava abbastanza luce per vedere. Riconobbi bene questa radura della foresta; era esattamente la radura da cui eravamo partiti l'ultima volta. In lontananza, grazie alle foglie che ormai erano quasi del tutto cadute dagli alberi, riuscivo a vedere la superficie piana del campo sportivo e il contorno approssimativo dell'arena di hockey. Ma come è successo? Come siamo arrivati fin qui?
Nessuno di noi aveva ferite fisiche. Il dolore che la Luna ci aveva inflitto sembrava lontano, come se fosse accaduto secoli fa. Non riuscivo ancora a credere di essere ancora vivo, e mi sono persino pizzicato per vedere. Ovviamente, sentivo il dolore. Non ero morto, ed Enzo aveva ragione: eravamo a casa.
Ma non capivo ancora come fosse successo.