Capitolo 56
La sua testa si scosse all'indietro alle mie parole, poi un'espressione accigliata gli corrugò le sopracciglia per un secondo prima che deglutisse, il suo pomo d'Adamo ondeggiasse. "Non ho l'abitudine di proteggere coloro che odio." "Come potrei saperlo se non ti conosco?" Emise una breve, triste risata che mi fece seccare la bocca. La risata morì in fretta come era iniziata. Mi guardò con gli occhi socchiusi e le braccia incrociate.
Un telefono che squillava forte ci fece sobbalzare. Cahir infilò la mano in tasca per prendere il telefono, voltandosi dall'altra parte per rispondere. Il mio corpo si rilassò, mi strofinai una mano sul viso e poi mi lasciai cadere di nuovo sul letto, a gambe larghe.
"Sì, ci sono. Cosa vuoi?" abbaiò Cahir al telefono. Quando tesi le orecchie, sentii Aristo dall'altra parte della chiamata. Nonostante tutto, mi tradì e fui grata di essere stata scoperta prima del previsto.