Capitolo 97 Arciere
Arciere
Mi sveglio di soprassalto, intontita e disorientata dal sonno stranamente profondo da cui mi sono strappata per essere qui. La stanza è in ombra e silenziosa, piena di piccoli russamenti e respiri leggeri. La schiena di Trystan brucia contro le mie gambe, e penso: "Gesù, è come una fornace". Come fa Sable a dormire lì vicino?
Sono seduta, con la schiena appoggiata alla testiera e la testa piegata goffamente verso il basso, in una posizione non adatta al sonno. La inclino dall'altra parte, sperando di liberarmi dal torcicollo. Le ossa scricchiolano come colpi di pistola rapidi, e gemo di sollievo, sprofondando contro la testiera e lanciando un'occhiata verso la finestra. Oltre il vetro, la luce si insinua attraverso la fessura delle tende, e sento il sapore dell'alba all'orizzonte. Non devo aver dormito bene, considerando quanto mi sento confusa ed esausta.