Capitolo 11 Sable
Zibellino
Il ringhio di Ridge finalmente si attenua, ma giuro di riuscire a sentirne l'eco rimbalzare sulle pareti spoglie del grande edificio.
La stanza è diventata così silenziosa che mi sembra di sentire ogni respiro che viene preso. Oltre al respiro, riesco anche a sentire il peso di ogni sguardo che si fissa su di me, reso più pesante dalla fitta tensione che intasa l'aria.
Non mi piace essere al centro dell'attenzione in questo modo. Non mi piacciono tutti questi occhi puntati su di me, non lo sguardo preoccupato di Ridge o quello incazzato di Lawson o uno qualsiasi dei diversi livelli di emozione nel mezzo.
Il mio cuore batte con tale forza che sono sicuro che ogni predatore qui può sentirlo o percepire il sangue che pompa a ritmo sostenuto nelle mie vene. Rimango in piedi con i piedi alla larghezza delle spalle, pronto a scappare al primo barlume di violenza, anche se la paura minaccia di trasformare le mie ginocchia in gelatina. Lawson ha lasciato la porta aperta e io scapperò sicuramente se sembra la mia unica opzione.