Capitolo 32
Il fatto era che, per qualche ragione, non aveva ancora rivelato il mio segreto. Se avessi giocato al suo gioco, forse avrebbe continuato a tenerlo.
Gli premetti la mano sul gomito e lo spinsi più vicino alla porta, più lontano da Elva. Non volevo che sapesse ancora la verità. Avremmo avuto la nostra conversazione con il tempo, quando sarebbe stata abbastanza grande da capire.
A voce bassa, per sicurezza, confessai: "Elva non è mia".
La perfetta facciata di Julian alla fine si incrinò. I suoi occhi si spalancarono per qualche secondo prima di riprendersi. "Davvero?"
"È la figlia della mia sorella gemella", dissi. I ricordi mi bruciavano nel cervello, dolorosi e caldi. "Ho venduto il mio lupo per pagare il riscatto di Elva".