Capitolo 14 La sua rabbia
ALESSANDRO
La mia rabbia divampò e le afferrai la gola, senza curarmi che i miei artigli si conficcassero nella sua morbida pelle. Odio la mancanza di rispetto e non la tollererò da nessuno. L'avevo avvertita e se pensava che stessi giocando, allora aveva molto da imparare. La sbattei a terra, ma all'ultimo momento mi ritrovai a rallentare. Non potevo. Non so perché, ma non potevo fottutamente farle male come volevo. Sentii internamente lo scricchiolio risuonare dentro di me quando toccò terra.
Lei sussultò; le sue mani erano strette intorno al mio polso mentre l'odore del sangue riempiva l'aria. Vidi il dolore che le guizzava sul viso ma non fece nulla per attenuare la fiamma ardente di rabbia nei suoi occhi.
" È tutto quello che sai fare bene, giusto? Fallo di nuovo se ti fa sentire meglio, ma non ho paura di te!" sibilò.
Le sue parole suonavano distanti, poiché tutto ciò su cui riuscivo a concentrarmi era il sangue che circondava il terreno attorno a lei. Cazzo! Non avrei dovuto farlo. Il mio cuore stava correndo in un modo che non faceva da quando mi ero svegliato e avevo scoperto di aver ucciso mia madre. Per scoprire che ero un fottuto mostro.