Capitolo 46
Potere
Torno nella mia stanza, raccolgo le scarpe che avevo lasciato nel corridoio, con la maglietta in mano, e penso a che persona orribile sono. Non c'è modo di spiegare o giustificare quello che è appena successo, non a nessuno che non sia un vampiro, comunque, e me lo merito pienamente se Emory non vorrà mai più parlarmi.
Fortunatamente, i corridoi sono per lo più vuoti, fatta eccezione per qualche servitore che ci passa di tanto in tanto. Nessuno di loro osa parlarmi quando mi incontra in quello stato, e posso immaginare che i servitori che lavorano in questo turno abbiano una moltitudine di informazioni da tenere per sé sui movimenti nel castello.
Tutto quello che voglio fare ora è infilarmi nel mio letto e nascondermi sotto le coperte per un bel po', finché non trovo un modo per tornare indietro nel tempo e cambiare ciò che è appena successo, dopo aver bevuto un bel bicchiere di sangue, comunque. Riesco ancora a sentire il suo sapore; riesco ancora a sentirla sulla mia pelle.
Non posso permettermi di pensare a quanto sia dolce come la rugiada mattutina o a come non mi sia mai sentito così prima, nemmeno una volta, in tutti gli incontri che ho avuto. Si sentiva come se il suo corpo appartenesse al mio, avvolto attorno al mio in ogni modo immaginabile.