Capitolo 64
" Ehi... ehi," dissi nervosamente con un piccolo cenno della mano quando mi resi conto che in effetti si stava dirigendo dritta verso di me.
"Ehi, stronza", ringhiò, senza esitare un secondo prima che la sua mano si spostasse in avanti e afferrasse una delle mie trecce, trascinandomi verso di lei.
"Ahi!" strillai, cercando di liberare i miei capelli dalla sua presa sorprendentemente forte. "Cosa stai facendo?!"
" L'altro giorno ti ho visto uscire dall'appartamento di Enzo, piccola sgualdrina sporca e patetica!" urlò, tirandomi i capelli così forte che mi vennero le lacrime agli occhi.
" Non ho... Non è quello che tu..." dissi, ma a lei non sembrava importare. Chiaramente voleva solo combattere. Lisa lasciò la presa sui miei capelli e mi spinse con tanta forza da farmi cadere a terra, il mio portatile e i miei quaderni caddero dalla borsa e sbatterono sul cemento. Gemetti e tentai di alzarmi, ma lei mi fu addosso in un lampo come una specie di demone, artigliandomi con le sue unghie affilate e curate.