Capitolo 213
Nina
Lasciai cadere la sedia pieghevole che avevo in mano e corsi verso Enzo mentre il ladro continuava a dimenarsi sotto di lui. Enzo mi guardò, poi sembrò annuire mentre teneva fermo il ladro. Feci un respiro profondo e mi accovacciai.
Il furfante si dimenava sotto il peso di Enzo, ma non serviva a niente. Questo furfante era un po' più piccolo degli altri, ed Enzo era molto più forte, soprattutto perché aveva un vantaggio su di lui. Alla fine lasciai uscire l'aria che era rimasta intrappolata nei miei polmoni mentre il furfante girava la testa, i suoi occhi quasi supplicavano come se la persona che era stata una volta fosse ancora intrappolata dentro, implorandomi di aiutarlo. Pensare che i Crescents consapevolmente stessero trasformando degli studenti contro la loro volontà mi faceva star male, ma almeno potevo aiutare un po'. Mi sentivo come se avessi riacquistato un po' delle mie forze da quando avevo trasformato il primo furfante in forma umana, ed ero certo di poter far tornare questa. Allungai la mano e toccai il centro della sua fronte, proprio in mezzo agli occhi.
Ci fu una lunga, intensa pausa. Cominciai a chiedermi se stesse funzionando, e iniziai a sentire il mio umore sprofondare, ma poi il furfante finalmente tornò alla sua forma umana. Era un ragazzo; una matricola, forse, a giudicare dal fatto che sembrava un po' più giovane di me. Si guardò intorno freneticamente, la confusione dipinta sul suo viso tondo, poi urlò quando vide Enzo che lo immobilizzava. Enzo tolse immediatamente il suo peso dal corpo del ragazzo e io lo afferrai per le spalle prima che cercasse di scappare via.
"Va tutto bene", dissi con sincerità e calma. "Andrà tutto bene. Raggiungi il resto del gruppo".