Capitolo 141
"Oh," dico, accigliandomi e sentendomi improvvisamente in colpa. "Non volevo... mi dispiace..."
"Romulus," chiama Tristin, e io la guardo, ancora in piedi accanto alla porta. Romolo mi lascia andare e corre da lei. Lo seguo da vicino.
Tristin mi guarda fisso mentre salgo i gradini verso casa sua, la sua espressione immutabile quando tento un sorriso imbarazzato. "È arrabbiato con te," mi informa, severa, mentre mi avvicino a lei. Non devo pensarci molto per capire che "lui" significa mio padre, non il piccolo Romey qui. "Stai attento a quello che dici, altrimenti creerai un inferno per tutti noi, anche quando te ne andrai." "Oh," dico, con il rosso che mi si insinua sulle guance. "Mi dispiace... non avevo mai avuto intenzione..."
"No," risponde, stringendo leggermente gli occhi prima di girarsi per aprire la porta. "Non suppongo che tu pensi a come le tue buffonate ci influenzano. Per niente."
Apro la bocca per protestare ma poi la chiudo mentre seguo Tristin in casa. Perché è giusto, non ci avevo pensato. Affatto. Ma ripeto, non è proprio colpa mia se mio padre la tratta male. Sospiro, sentendomi venire un mal di testa dietro la testa mentre seguo Tristin e Romulus nel salotto. Questo è un livello di dramma familiare a cui non mi sono mai iscritto.