Capitolo 140
Alle undici varco la porta dei garage con un sospiro sulle labbra. Vedo immediatamente Jerome, che aspetta accanto a una delle macchine nere. Mi fa un grande sorriso, che io ricambio senza entusiasmo. Non è lui, è solo che... non voglio proprio andare a pranzo a casa di mio padre.
Jerome mi fa una piccola smorfia comprensiva mentre mi apre la porta sul retro e io salgo.
"Stai bene?" mi grida da sopra la spalla mentre apre la portiera del conducente e si siede sul sedile anteriore, sinceramente curioso. "Sono solo pronto perché tutto questo finisca," gli rispondo, appoggiando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi. Jerome fa un piccolo grugnito di comprensione e inizia a uscire dal garage e imboccare il vialetto.
Quando siamo in viaggio, tiro fuori il cellulare prepagato per inviare alcuni messaggi in ritardo. Mi sento sicuro ad usarlo nella mia stanza, ma non in nessun'altra parte della casa. Non che la mia stanza sia comunque davvero sicura: è molto probabile che Kent la faccia controllare ogni giorno, dopo il messaggio di Fiona.
Comunque, meglio prevenire che curare.