Capitolo 91
Tre giorni, o forse quattro, non ne ero del tutto sicuro, ma la monotonia di essere chiuso in questa stanza mi stava lentamente divorando. Il polsino d'argento al polso mi impediva di collegare mentalmente Asher e teneva a bada Maya. La mia pelle sotto il polsino era dolorante, rossa e irritata come se avessi un'eruzione cutanea. I miei giorni e le mie notti iniziarono a cambiare, rovinando il mio già discutibile schema del sonno, non che mi aspettassi di dormire molto quando mio padre era da qualche parte in agguato. Tristan veniva alla porta una volta ogni due ore, con un vassoio di cibo e una piccola tazza di sangue in mano. Non doveva preoccuparsi che potessi scappare, dato che ero già troppo debole per il contatto costante con l'argento. Ero praticamente umano, il che rendeva Tristan e il resto dei Vampiri molto più forti di me.
Era palesemente ovvio che i Vampire non erano abituati a ospiti umani o semi-umani, dato che il cibo era orribilmente carente. Fiocchi d'avena gelatinosi e spesso piccole confezioni di cracker o biscotti.
Non mi vergognavo di dire che bevevo la tazza di sangue che mi aveva dato a ogni pasto, anche se mi chiedevo da dove potesse provenire.