Capitolo 141
Asher lo avrebbe ammazzato sul posto con solo la mia parola come prova. Ecco quanto si fidava di me, quanto voleva proteggermi. La sensazione viscerale che si contorceva e mi lacerava lo stomaco come lame di rasoio mi diceva di urlare per chiamare il mio compagno, o peggio, di strappare la gola a Lars io stessa.
Dovevo mantenere la calma, soprattutto a una vendita di dolci per una ragazza che era appena stata assassinata. Non c'era modo che potessi scatenare una scenata. Non potevo accusare Lars di una cosa del genere con niente più di un vago ricordo di stivali neri e un presentimento che scatenava una sinfonia di allarmi nella mia testa. Le sue labbra si curvarono in un sorriso divertito, che fu il mio unico avvertimento che avevo impiegato troppo tempo a rispondere. Tenere gli occhi fissi sul suo viso e non sui suoi stivali era straziante, ma non ero sicuro che mi avesse visto la prima volta.
Se questo mio presentimento era corretto, come entrambe le streghe avevano detto, allora significava che Lars era collegato a tutto questo. Forse era una marionetta e non era in sintonia con il padrone in persona. Per quanto ci provassi, non riuscivo a capire quale scopo avrebbe avuto un lupo mannaro nell'aiutare le streghe.