Capitolo 108
Dominicus
Mi fermo a metà passo, un'improvvisa inquietudine mi travolge. È come se la mia pelle si fosse rimpicciolita, restringendosi attorno ai muscoli e alle ossa, rendendo ogni movimento scomodo. La sensazione è familiare ma inspiegabile, un'irrequietezza che mi mette i nervi a fior di pelle.
Chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo, cercando di centrarmi. È solo il lupo, mi dico. La maledizione che è stata la mia compagna costante per secoli, la bestia selvaggia che si nasconde sotto la mia pelle. Non è insolito che questi sentimenti emergano, soprattutto quando sono stato lontano da Diana per un po'.
Diana. Il solo pensiero del suo nome mi porta una certa calma. È la mia ancora, quella che placa la bestia selvaggia dentro di me. Una parte di me vorrebbe andare da lei subito, crogiolarsi nella sua presenza e lasciare che il suo tocco gentile scacci via questo disagio. Ma so che è al lavoro e non voglio distrarla. Mancano solo poche ore alla fine del suo turno, mi ricordo. Posso aspettare.
Lo squillo acuto del mio telefono mi interrompe i pensieri. Lo tiro fuori dalla tasca, sorpresa nel vedere il nome di Ellen sullo schermo. Perché il capo di Diana mi avrebbe chiamato?