Capitolo 11
Diana
Con un sussulto, mi sollevo in preda al panico, il mio corpo vibra di tensione mentre la mia testa gira di scatto per la stanza in preda all'allarme; le mie pupille si spalancano mentre i miei occhi si muovono rapidamente, alla ricerca della minaccia. Sono completamente disorientato e mi ci vuole un minuto intero prima di ricordare finalmente dove mi trovo, e un altro perché il mio cuore che batte all'impazzata rallenti.
Il mio corpo si affloscia per la scarica di adrenalina e crollo floscio sul letto, fissando intontito il soffitto sporco.
Sono al sicuro...questo è un territorio umano...sono al sicuro...non mi hanno trovato...e la mia mente sussurra un oscuro "ancora".
Mentre riprendo il controllo del mio respiro, mi giro lentamente su un fianco, rannicchiandomi in posizione fetale e stringendo le ginocchia al petto. Un sibilo mi esce dalle labbra mentre il movimento invia forti scariche di dolore che mi attraversano il corpo, ricordandomi i molteplici dolori e lividi sulla mia persona. Ferite che mi ero procurato; altre che si accumulavano su quelle esistenti giorno dopo giorno, ferite che non avevo avuto il tempo di curare, troppo impegnato a correre per salvarmi la vita.