Capitolo 106
Diana
Il mostro dei miei incubi è di fronte a me in carne e ossa.
Mentre i miei occhi si incastrano sul volto di Beta Marcus, uno tsunami di emozioni si abbatte su di me, minacciando di annegarmi nella sua intensità. La vista di quel familiare disgustoso sorriso, la fredda crudeltà sul suo volto, mi catapulta indietro a quel giorno orribile. Il mio corpo ricorda ciò che la mia mente ha cercato così duramente di dimenticare: la sua stretta ammaccante, la sensazione nauseante del suo respiro sulla mia pelle, il terrore paralizzante quando ho capito cosa intendeva fare.
Un violento brivido mi attraversa e combatto l'impulso di vomitare. Le sensazioni fantasma delle sue mani su di me mi fanno venire i brividi e non desidero altro che strofinarmi fino a farmi male, per cancellare in qualche modo il ricordo del suo tocco. La paura che ho provato allora torna precipitosamente, amplificata dieci volte dalla consapevolezza che questa volta potrebbe non esserci via di fuga.
Ma sotto la paura , si accende una scintilla di rabbia. Come osa? Come osa darmi la caccia, terrorizzarmi, ferire le persone a cui tengo? L'ingiustizia di tutto ciò, che io debba vivere nella paura mentre lui cammina libero, esercitando un potere che non merita, mi fa venire voglia di urlare. Eppure, anche se la rabbia mi attraversa, la vergogna e l'odio per me stessa mi seguono da vicino. Odio me stessa per essere così debole, per non essere stata in grado di reagire, per essermi lasciata catturare di nuovo.