Capitolo 295
Capitolo 295 – Mattina a Palazzo
Ella, mi lamento quando mi sveglio, ma non apro gli occhi. Non ancora. Mi sembra di averli chiusi solo dieci minuti fa, comunque: i miei poveri bulbi oculari hanno bisogno di più riposo.
Invece, mi prendo un momento per sentire il mio corpo dall'interno verso l'esterno, per fare un check-in con me stessa e vedere cosa mi fa male, cosa mi fa stare bene. Sono sorpresa di scoprire che riesco a sentire i resti del dono di mia madre che mi attraversano, quello che sembra un piccolo viticcio scintillante di luce solare, che lavora attraverso i miei arti, forse guarendomi. Sorrido a pensarci, sorrido a pensare a mia madre che mi dà qualcosa che dura dopo così tanti anni della sua assenza.
Lei è una dea madre, dopotutto la madre di tutti noi, non solo di me. Ma nonostante tutto, come mia vera madre, è bello avere finalmente... un pezzo di lei.
Sento il mio piccolo bambino emettere un piccolo pianto e spalanco gli occhi, cercandolo. Mi siedo sul letto, una mano che mi tocca la testa, e mi guardo intorno confusa. I miei occhi sono attratti all'istante - senza sorpresa - dall'enorme lupo mannaro in piedi dall'altra parte della stanza, che fa rimbalzare un piccolo fagotto di coperte sul braccio. Sorrido alla schiena girata del mio compagno e scendo rapidamente dal letto, muovendomi verso di lui.