Capitolo 234: Chiudetelo a chiave
Ero scioccato. Dicken stava forse cercando di guarirmi come aveva fatto prima? E a quel punto... Chi sapeva quali orrori sarebbero potuti seguire? Perciò ho prontamente lottato e protetto quel mio punto sensibile, dicendo: "Sto bene, Dicken, ma tu? Ti aiuterò, di cosa ho bisogno per néop
Ciononostante, Dicken non rispose alla mia domanda, e si limitò a passare i suoi artigli palmati sulla scia di sangue che si era seccata tra le mie gambe. Le sue labbra sottili si contrassero forte mentre i muscoli del suo viso si contraevano, emozioni complesse gli si riversarono negli occhi, spaziando dall'adorazione, all'auto-biasimo, all'angoscia.
Nello stesso momento, quelle macchie viola-nere apparvero di nuovo irrequiete e trasudavano di nuovo fluidi. Il mio presentimento era che le emozioni di Dicken stessero eccitando l'altro Dicken, e prontamente gli tenni le guance e lo rassicurai, "Va tutto bene, Dicken, calmati. È solo un po' di sanguinamento, starò bene. È molto meglio che prendere un proiettile. Mi rigenererò comunque, visto che ho i tuoi geni, ricordi?"