Capitolo 76
Alzando le spalle, salto indietro i gradini e decido impulsivamente che se mi venisse negata la conoscenza dei centri di stoccaggio di sopra, potrei anche esplorare quelli di sotto. Senza fermarmi a pensarci troppo - per timore di tirarmi indietro - scendo velocemente le scale e oltrepasso la porta della cucina.
Cammino con sicurezza attraverso la cucina, senza evitare il contatto visivo con nessuno, ma senza nemmeno avviarlo. Invece, semplicemente scivolo come se questo fosse esattamente ciò che dovrei fare - come se, in effetti, Kent me lo avesse detto espressamente.
La mia tattica funziona e sorrido mentre varco la porticina bianca, dirigendomi al piano di sotto. Nessuno mi ferma e, credo, nessuno si è accorto del mio passaggio.
Quando raggiungo il corridoio sottostante, mi rendo conto che questo posto non mi terrorizza più. Le mie esperienze di ieri si sono sbarazzate di quelle, sostituendole con... beh, con un piccolo tremore di eccitazione che pulsa dentro di me.
Ci penso per un momento: valuta se è salutare , davvero. Onestamente, una ragazza come me dovrebbe avere una sana paura del seminterrato della camera di tortura del boss mafioso. Ero ancora ingenuo e nuovo in questo mondo: c'era ancora così tanto pericolo qui per me, eppure eccomi qui, a camminare senza preoccupazioni.