Capitolo 29 La rabbia di Nathaniel
IL PUNTO DI VISTA DI NATHAN.
"Lydia, mi scuso a nome di..." Alzò la mano per fermarmi. In un secondo, una Mercedes-Benz G-Wagon nera si fermò nel parcheggio accanto a dove eravamo noi. L'uomo che l'aveva presa al centro commerciale arrivò indossando un completo nero e occhiali da sole scuri e scese subito dall'auto.
"Ascoltami, Lydia, posso aiutarti con tutto il resto, con la legge e nel provare pubblicamente la tua innocenza." Sbuffò, fissandomi con un'espressione irritata.
"Grazie signor King, ma sto bene." Poi parlò senza dire un'altra parola, corse tra le braccia dell'uomo che era lì fermo a fissarci. La strinse in un caldo abbraccio, baciandole la fronte e sussurrandole delle parole nelle orecchie, quell'interazione mi ferì profondamente.
Le aprì il sedile del passeggero e lo chiuse dopo essersi assicurato che fosse comoda. Mentre camminava verso il lato dell'auto, il suo viso era sorprendentemente familiare, ma a me non importava. Ci fissammo finché non salì dal suo lato dell'auto e uscì dal parcheggio. Mi strofinai le tempie tirando fuori il telefono dalla tasca. Chiamai l'avvocato che era in ritardo di circa trenta minuti, dato che avevamo concordato di incontrarci lì alle 6 del mattino.