Capitolo 58 58
Ci fu un rumore nel corridoio e Aislinn alzò lo sguardo per vedere una donna spettinata e maltrattata che camminava a malapena, condotta per un braccio lungo il corridoio. Quando Ranaild la vide dovette essere trattenuto all'ingresso. Rafe si inginocchiò accanto ad Aislinn e le parlò dolcemente. "Guarda quanto sono deboli. Così attaccati l'uno all'altra che sacrificherebbero le loro intere vite solo per stare insieme. Ora non avranno più un posto dove andare. E ogni volta che si guarderanno sapranno che ha tradito il suo branco per salvarla. Trascorreranno le loro vite a scappare, sentendosi tormentati dai sensi di colpa, e tutto perché i licantropi hanno un'idea terribilmente sbagliata di lealtà e amore". Rafe si alzò e li schernì. "Piacevole".
Elise fu spinta tra le braccia di Ranaild e rimasero lì abbracciati. I singhiozzi di Elise si potevano sentire fino in fondo al corridoio. I pochi lycan presenti potevano sentire il dolore che era stato causato in loro da ciò che Rafe aveva fatto. Jenna apparve sulla porta. Stava osservando la coppia e giocherellava con un anello su una catena che portava al collo. Guardò Rafe e vide le rotelle nella sua testa girare. Prima che potesse cambiare idea sul lasciarli andare, Jenna agitò la mano e la coppia fu accompagnata fuori dalla porta.
Aislinn appoggiò di nuovo la testa sul pavimento di marmo. Il freddo le dava una bella sensazione sul viso febbricitante. Prese un paio di lunghi respiri e aspettò. Non sapeva cosa Rafe intendesse fare dopo, ma non c'era niente che potesse fare.
Jenna guardò. Sapeva che Rafe intendeva fare di Aislinn la sua alfa. Eccola di nuovo. Si era persino lasciata sottoporre a un accoppiamento con quel bastardo muin e lui l'avrebbe buttata via nel momento in cui non avesse più avuto bisogno di lei. Ma per ora il suo legame con lei era quello di far sì che il Tairneach lo accettasse come alfa. Aveva ancora bisogno di lei per un po'. Questo le avrebbe fatto guadagnare tempo. Accarezzò l'anello di suo padre sulla catena che portava al collo e i suoi occhi caddero su uno dei licantropi più grandi nella stanza. Lui le fece un cenno di sottomissione e lei gli sorrise di rimando. Non ancora, pensò, ma presto.
***