Capitolo 26 26
Cullen stava perdendo la capacità di pensare. Voleva tuffarsi dentro di lei e liberarsi. Ma si costrinse ad assicurarsi che lei fosse pronta per quello. Alternava la spinta della lingua nella sua fica fradicia e la suzione del suo clitoride, ascoltandola gemere dolcemente per lui. Le tolse una mano dal fianco e le premette un dito dentro, accarezzandole le pareti e sentendola ondeggiare intorno a sé. La ascoltò respirare più velocemente e si crogiolò nel pensiero di averle fatto questo. Le infilò un secondo dito dentro e lei gemette più forte. Lui continuò a succhiarle il clitoride, frustandolo con la lingua e mordicchiando il bocciolo duro. Con le dita che spingevano dentro di lei, aveva perso il controllo dei suoi fianchi e lei si stava contorcendo contro. I suoi gemiti aumentavano di urgenza e le sue mani gli tiravano dolorosamente i capelli mentre i suoi fianchi spingevano contro il suo viso e la sua mano fuori controllo.
Il suono che proveniva da lei mentre il suo corpo si contorceva nel piacere orgasmico era a metà tra un gemito, un ringhio e uno stridio che potrebbe essere udito da un gatto della giungla. Aislinn non sembrava accorgersene, ma il suono fermò Cullen di colpo. Si mise in ginocchio e la guardò dall'alto in basso. Quando smise di contorcersi per il piacere che la attraversava e alzò lo sguardo verso di lui, i suoi occhi erano vorticosi laghetti blu e argento. Se nella sua mente era rimasto qualche dubbio sul fatto che lei non fosse umana, si stava sciogliendo in quegli occhi mentre la fissava.
Non era sicura da cosa dipendesse il cambiamento nel suo ritmo. Aislinn arrossì per il modo in cui stava s
fissandola. Dal sorriso divertito pensò che si fosse divertito a guardare e dall'aspetto dei suoi boxer a tendina pensò che gli sarebbe piaciuta la sua parte di divertimento. Aislinn si sedette e si voltò. Da quello che aveva visto nelle sue premonizioni la sera prima, pensò di poter indovinare cosa volesse. Con le spalle rivolte a lui, in piedi sulle ginocchia, si tolse la maglietta e la gettò via.
Quando Aislinn si spostò sulle mani e sulle ginocchia, a Cullen non importò più nulla dello strano gemito. La guardò mentre allargava le gambe e si voltava a guardarlo con aria fiduciosa. Non aveva bisogno di altri inviti. Si strappò praticamente di dosso i boxer che stava indossando. Rimase se stesso mentre le afferrava i fianchi. Stava perdendo il controllo del cambiamento e sentì il suo lupo affermare il suo bisogno. Le sue mani si strinsero e i suoi muscoli si sforzarono per costringersi a entrare lentamente in lei. Sentì il suo cazzo premere contro la sua entrata bagnata e il calore di lei avvolgerlo centimetro per centimetro.