Capitolo 110
Diana
"Diana," sussurra, con la voce roca per l'emozione. "Mia Diana." Il modo in cui pronuncia il mio nome è come una preghiera, piena di riverenza e sollievo. I suoi occhi, che brillano ancora debolmente di quella luce blu ultraterrena, scrutano il mio viso come se stesse memorizzando ogni dettaglio.
Mi aggrappo a lui, inalando il suo profumo, un misto di pino, terra e qualcosa di unico di Dominicus. Mi crogiolo nel suo calore solido, sentendo il battito costante del suo cuore contro il mio petto. "Sto bene", lo rassicuro, anche se la mia voce trema per il peso di tutto ciò che abbiamo appena passato. "Sei venuto per me. Sono ancora qui".
Si tira indietro quel tanto che basta per guardarmi negli occhi, le sue grandi mani si sollevano per accarezzarmi il viso. Il suo tocco è gentile, in netto contrasto con la violenza di cui è capace. "Sempre", giura, una sola parola che porta il peso dell'eternità. "Ti troverò sempre, ti proteggerò sempre. Sei il mio cuore, Diana. Senza di te, non sono altro che la bestia".
In lontananza, sento delle sirene avvicinarsi, il loro lamento che squarcia il silenzio della foresta . Dominicus si irrigidisce, la sua testa scatta in alto, tutto il suo corpo si irrigidisce. Senza dire una parola, torna alla sua forma di lupo, la trasformazione questa volta è più fluida e veloce. Si accovaccia in un chiaro invito, e io gli salgo sulla schiena senza esitazione, le mie dita si aggrovigliano nella sua folta pelliccia.