Capitolo 697
Enzo
Mi agitai pigramente al suono del ferro che gemeva assordante nelle mie orecchie. Sollevando confusamente la testa dalla pietra ghiacciata su cui giacevo, distinsi una piccola sagoma che entrava cautamente nella mia cella.
"Svegliatevi, mio signore", disse dolcemente la ragazza, la stessa di prima. Si inginocchiò accanto a me, scostandomi con cautela una ciocca di capelli dagli occhi. "È ora".