Capitolo 252
Infine, lasciai che la mia mano gli percorresse il corpo. L'ultima volta che avevamo dormito insieme, lui aveva tagliato i ponti con me la mattina... Ma ora sapevo che non mi avrebbe più lasciata. Mentre la mia mano gli scendeva lungo il petto, sui suoi addominali e giù fino all'inguine, lo sentii con la mia mano e notai che il suo cazzo era già duro. Pulsava sotto il mio tocco.
Un ringhio basso e involontario gli sfuggì dalle labbra mentre lo toccavo. Mi fece sorridere, e mi sollevai sul gomito e cominciai ad accarezzarlo più velocemente così da poter sentire meglio i suoi gemiti.
"Dammi la bocca..." Enzo gemette, i suoi occhi si aprirono di scatto per fissare il suo sguardo sul mio. C'era quasi un senso di severità dietro il suo sguardo, come se mi stesse chiedendo di andare giù su di lui, e mi fece immediatamente bagnare il fatto che lui prendesse il comando su di me in quel modo.
Il mio sorriso si allargò. "Sì, signore," sussurrai, le mie parole lo fecero gemere di nuovo. Mentre strisciavo tra le sue gambe, all'improvviso mi afferrò i capelli e mi spinse giù sul suo cazzo, facendomi prendere tutto lui in bocca in una volta. Mi fece vomitare, ma il bavaglio lo fece solo gemere ancora di più, e mi fece venire voglia di continuare. Cominciai a muovere la testa su e giù, accarezzandogli le palle e le cosce mentre mi muovevo e spingendomi più in profondità ogni volta finché non ci fu più cazzo. Quando finalmente tornai su per prendere aria, i miei occhi erano rossi e le lacrime mi rigavano il viso, ma c'era un sorriso che si allargava sulle mie labbra gonfie.
"Come mai?" chiesi con voce tesa.