Capitolo 254: Una vera e propria divorata
Mentre cadevo sopra Dicken, i suoi tentacoli neri si dispersero, permettendomi di vedere chiaramente cosa c'era sotto: un parassita nero, simile a una medusa, attaccato alla sua nuca che avrebbe potuto essere fuso con la sua carne, anche se sembrava più probabile che ne fosse cresciuto. Anche mentre Dicken mi stava strangolando, riuscii a premere le ginocchia sulla sua coda e ad afferrare i tentacoli che si agitavano.
I tentacoli cominciarono a secernere una melma nera e densa mentre urlavo furiosamente: "Vattene! Ridammi Dicken, schifoso pezzo di merda!"
"Restituiscilo! Restituiscilo! Restituiscilo!" ripetei con odio, le lacrime che mi scorrevano dagli occhi e finivano in quelli di Dickens. Nonostante ciò, i suoi occhi erano fissi su di me e non esprimevano alcun sentimento, e quelle pupille scure sembravano decise a consumare tutto.