Capitolo 134
Le sue mani hanno ripreso a muovere le sue mani, il suo sguardo si è bloccato sul mio, sfidandomi a fare una mossa. Volevo urlare ma le sue dita si sono conficcate nella mia coscia e non ha nemmeno avuto bisogno di dire nulla perché capissi il messaggio: non osare nemmeno!
Chiusi gli occhi e mi morsi il labbro quando sentii fugacemente le dita di Mark sfiorare il bordo delle mie mutandine. Le mie ginocchia cedettero sotto di me quando il suo pollice premette contro le mie mutandine. Ero certa che l'unica ragione per cui non ero caduta senza fiato sul pavimento era perché il corpo di Mark era premuto contro il mio, tanto che riuscivo a malapena a muovermi.
"Sydney?" Le mie palpebre si spalancarono quando Lucas chiamò di nuovo. Non riesco a credere di essermi quasi dimenticata che fosse lì. "Sydney, sei lì dentro, vero?" La sua voce stava suonando più urgente e la preoccupazione nella sua voce era più evidente. Mi aspettavo quasi che spalancasse la porta, ma invece, grattò dolcemente le nocche sulla porta. "C'è qualcuno lì dentro? Sydney? Va tutto bene?"
"Di' qualcosa!" Mark mi lanciò un'occhiata torva e scattò. Nello stesso momento, le dita dello stronzo mi strofinarono le mutandine lasciandomi senza fiato e intensificando la voglia di dargli uno schiaffo sonoro. Se solo non avesse una presa così forte sui miei polsi. "Sai cosa dire, vero?" Mormorò e seppellì il viso nell'incavo del mio collo.
Ho pensato di fare l'opposto di ciò che Mark si aspettava e di urlare a Lucas chiedendogli aiuto. Sebbene entrambi gli uomini fossero forti nell'accettarsi a vicenda, non volevo mettere a repentaglio la salute di Lucas: che stia meglio o no, l'ultima cosa che voglio è che si metta a litigare, e poi non volevo proprio creare una scenata.