Capitolo 7
Il taxi la fermò davanti al club, uno dei più grandi e famosi di Los Angeles. Scese, pagò e si voltò per entrare quando vide le sue ragazze avvicinarsi. "Perché diavolo ci hai messo così tanto?", chiese Agatha. Era vestita in modo impeccabile, con un corto abito nero e i capelli legati in una coda di cavallo.
Tutti gli altri fissarono Emily, che si strinse le mani davanti al petto. "Mi dispiace tanto, ho dovuto aspettare che Michael tornasse, è questo che mi ha trattenuta. Mi dispiace tanto", disse imbronciata.
"Oh, capisco, non vi siete mica affrettate a fare una sveltina, vero?" chiese Agatha e tutte le ragazze gridarono il suo nome "Cosa?"
Janet scosse la testa e disse a Emily: "Ora sei qui, quindi entriamo. Non vedo l'ora di ballare".
"E un po' di alcol", aggiunsero le altre.
"Scusate ragazze, non credo che dovrei..." stava dicendo, ma poi, perché no? Pensò "sì, alcol", aggiunse, e le ragazze risero prima di entrare tutte insieme, mostrarono i loro documenti al buttafuori e lui le fece entrare. Il locale era pieno, l' odore di sudore era ovunque e c'erano molti corpi danzanti che sembravano bagnati, come se fossero appena usciti dalla piscina.
Molti ragazzi erano seduti nei tavolini lì vicino, con una o due ragazze che facevano loro lap dance, tutti vestiti in modo svestito o quasi. Anche le cameriere non facevano eccezione: erano tutte in bikini e con il vassoio pieno di bevande.
"Che ne dici? Prima balliamo o andiamo a bere?" chiese Marilyn, già in preda alle contrazioni. Un tizio le si avvicinò subito e le afferrò la vita.
"Ehi, stai lontano!" Le ragazze gli diedero uno schiaffo sulla mano e lui alzò la mano in aria in segno di resa prima di andarsene.
"Prima di tutto bisogna bere", concordò Agnes, e si diressero al bar.
"Ciao belle ragazze, cosa posso offrirvi?" chiese loro la barista bionda con un sorriso sexy.
"Ehi, bello, che ne dici di renderci felici?" chiese Agatha e le ragazze la guardarono, persino la bionda rimase sbalordita prima di rivelare il suo sorriso smagliante.
"Ci sono, tesoro" disse.
"Agatha!" gridarono le ragazze.
"Cosa?" chiese prima di sorridere alla bionda e ordinare da bere. Gli altri scossero la testa increduli e ordinarono anche loro da bere, a volte Agatha si dimentica di essere sposata e madre.
"Allora, raccontaci, com'è andata la vostra prima notte di nozze?" chiese Janet e tutti gli altri annuirono. "L'abbiamo condivisa tutti", aggiunse.
Emily sospirò, non è che non volesse condividere nulla ma in realtà non era successo niente, se avesse detto loro che suo marito le aveva dato tre regole la prima notte di nozze, non le avrebbero creduto e inoltre, non riusciva a dirlo a nessuno. "Beh", guardò i loro occhi pieni di aspettativa, dai Emily, non sei mica vergine, trova una storia e raccontagliela, pensò, "in realtà ha fatto più di quanto mi aspettassi".
Ehi, quelle parole li fecero avvicinare di più a lei, i loro occhi brillavano come quelli di un bambino di due anni a cui è stata promessa una caramella se avesse indovinato qualcosa, ridacchiò, "mi ha baciata".
"Mm hmm" dissero impazienti.
"E poi mi ha portata sotto la doccia, abbiamo fatto il bagno insieme, più che altro ci siamo sdraiati nella vasca con la doccia. Mi ha succhiato, davvero bene, voglio dire, davvero molto bene", si morse il labbro in modo seducente e tutte le ragazze spalancarono la bocca fissandola, "e poi mi ha fatto scendere per fargli anche un pompino, gli è piaciuto. Ha addirittura gemuto quando gli ho accarezzato le palle e gliel'ho succhiato a più non posso."
"Oh mio Dio... Cattiva ragazza. Ho sempre saputo che ce l'avevi dentro", si complimentò Agatha.
"E poi cos'è successo?" chiese Marilyn.
"Beh, siamo rimasti in bagno per quasi venti minuti, senza fare altro che succhiarci a vicenda. Più tardi, mi ha sollevato il culo prima di affondare lentamente il suo membro dentro di me e, cavolo, era grosso e duro, era così bello. Siamo andati avanti così per tutto il tempo che riesco a ricordare, l'ho sborrato tre volte prima che finalmente lo lasciasse. Abbiamo finito il bagno e poi mi ha riportato in camera e mi ha messo sul letto, è stato allora che l'ho sentito, era ancora duro. Prima che me ne rendessi conto, ha ricominciato e, cavolo, ho gemuto. Non mi capitava da tanto tempo che non lo facessi così bene."
"Cazzo, Michael ha fatto davvero questo?" chiese Agnes.
"Cosa intendi? Non è un santo e poi, lì mi piace sempre un uomo buono", rispose Agatha e tutti risero.
"Certo che sì", dissero Marilyn e Janet, portate al malocchio.
Il barista biondo non riusciva a credere che stessero davvero parlando di quello, prese il tovagliolo e iniziò a pulire un bicchiere, cercando di non prestare attenzione alla loro discussione.
"Accidenti, dev'essere una bella sensazione. Sono addirittura bagnata solo a immaginarmelo", aggiunse Agatha.
"Non solo Agatha questa volta, anche io", aggiunse Janet, "te l'ha fatto davvero quella sera. Sono ancora sorpresa di come tu sia riuscita a venire al lavoro oggi. Certo, sono abbastanza sicura che non ti ha lasciata in pace nemmeno ieri."
"Beh, ha ricevuto una chiamata e non sono riuscita a restare a casa da sola, quindi mi sono alzata e mi sono preparata, sai."
"Certo che sì", confermò Marilyn.
"Ehi, portaci altro drink, ho bisogno di bere per dimenticare quello che hai appena detto", disse Agatha e tutti risero mentre il barista serviva loro un altro giro di drink.