Capitolo 555
Base sotterranea
Goccia. Goccia. Goccia. Goccia. Il debole eco del liquido che schizzava contro il cemento freddo e inflessibile risuonava attraverso il vasto labirinto sotterraneo.
L'aria era soffocantemente pesante, satura del sapore metallico del sangue e del fetore putrido della decomposizione. La fioca luce illuminava a malapena le pareti ricoperte di sporcizia, le cui superfici erano imbrattate di macchie scure che raccontavano storie di tormento. Le sbarre di metallo arrugginito mostravano macchie di cremisi essiccato e i lontani gemiti di agonia si contorcevano nel silenzio inquietante come fantasmi lugubri. Se ci si sforzava di ascoltare, urla soffocate trafiggevano il silenzio opprimente, provenienti dall'estremità più lontana del corridoio nero come la pece.